lunedì 31 marzo 2014

S.O.S VENEZUELA.


siamo dalla parte giusta della storia

Per affrontare il discorso sulla violazione dei Diritti Umani in Venezuela, bisogna necessariamente far un tuffo nel passato. Tutto ebbe inizio con Hugo Rafael Chávez Frías, la sua presidenza, soprattutto dal 2° mandato, è stata caratterizzata, da un allarmante concentrazione di potere ed indifferenza assoluta nei confronti dei Diritti Umani.

E’ allora che Chávez e i suoi accoliti hanno preso il pieno controllo del Tribunale Supremo di Giustizia e hanno intimidito, censurato e perseguito “legalmente” venezuelani che criticavano il Presidente o si opponevano alla sua agenda politica.

Ricordiamo brevemente alcuni episodi che dimostrano gli abusi di potere del comandante Chávez:

  • Iván Simonovis, coordinatore e supervisore delle politiche di sicurezza pubblica della città di Caracas, rinchiuso in carcere da ben 9 anni e 130 gg in condizioni deplorevoli. E’ stato sottoposto a un processo senza senso e completamente privo di sostanza per la morte di 2 delle 19 persone decedute l’11 Aprile del 2002(data in cui ci fu il breve golpe contro Chávez). Quindi, condannato a 30 anni di carcere, mentre i 67 individui, simpatizzanti del governo, identificati come coloro che sparavano sui manifestanti oppositori disarmati, sono stati assolti e perdonati dal Presidente della Repubblica, mediante una Legge di Amnistia dettata dall’Assemblea Nazionale su richiesta dello stesso, nel dicembre del 2007.
  • Maria Lourdes Afiuni, giudice venezuelana che nel compiere il suo lavoro e aver concesso la libertà condizionale all’imprenditore Eligio Cedeño(nel pieno rispetto della legge), è stata condannata dallo stesso Chávez, in diretta TV(comportamenti ripetuti dallo stesso Maduro e Cabello oggi) a 30 anni di prigione per corruzione e abuso di autorità. Ora la Afiuni, dopo una lunga battaglia, è in libertà condizionale dal 2013.
  • Ley Resorte (Ley de Responsabilidad Social en Radio y Televisiòn) del 2003 ha limitato la libertà di espressione e la libertà di stampa in Venezuela e, inoltre, ha concesso di poter chiudere (non riconoscendo il rinnovo delle concessioni) lo storico canale RCTV, accusato di aver appoggiato il breve golpe del 2002.
  • La lista Tascón, nel 2004 l’opposizione venezuelana ha raccolto circa 3 milioni di firme e, secondo l’art. 82 della Costituzione e l’art. 181 della Legge Organica del Suffragio (per inciso articoli introdotti dallo stesso Chávez nel 1999),  ha richiesto un referendum revocatorio. Chávez è stato riconfermato. I venezuelani in disaccordo con la sua politica, nonostante avessero preso un’iniziativa legale, pacifica e democratica, furono da allora vittime di una vera e propria discriminazione politica. Chiunque avesse firmato per convocare il referendum finì sulla Lista, Tascón appunto, da Luis Tascón deputato e capo di campagna elettorale del Defunto. Per molti fu difficile trovare lavoro, altri vennero licenziati, trasferiti, altri subirono ritorsioni.
Quanto, oggi, accade in Venezuela è solo l’eredità che Chávez ci ha lasciato. Ormai, non si sente più parlare di Simón Bolívar, ne inneggiare alla sovranità del popolo. Oggi ciò che rimane del Comandante è l’incapacità e l’ignoranza di Nicolas Maduro e l’avarizia, il delirio di onnipotenza, l’avidità di Diosdado Cabello, entrambi marionette degli spietati fratelli Castro.

Ma chi abusa del potere e dei propri privilegi non può nascondere facilmente tali abusi, infatti le persone registrano con i propri telefoni cellulari e condividono in rete filmati, fotografie in tempo reale.



Sarà una deformazione all’italiana catalogare la Politica Internazionale in base al dibattito politico nazionale. Perché non si può spiegare il silenzio di un Vendola, che fino a pochi mesi fa esaltava la “Rivoluzione Democratica Bolivariana”, così come non si può giustificare il giornalista Fabio Marcelli che dal blog del Fatto Quotidiano continua a perpetuare un sistema fallito, corrotto, assassino, addossando la colpa alla destra fascista, al soldo dell’imperialismo yankee, ricca e borghese… vergognoso!

Le milizie volontarie, a suo tempo armate da Chávez per spaventare i dissidenti e proteggere la rivoluzione, e che ora vengono chiamate “Los Colectivos por la Paz” da Maduro, insieme al Sebin (Servizio di Intelligenza Bolivariano), la Guardia Nazionale, la Guardia del Pueblo e militari cubani, minacciano, torturano, arrestano e uccidono.

E’ iniziato tutto quando studenti dell’Università di Los Andes nella regione del Táchira, il 4 Febbraio scorso, scesero a manifestare per denunciare il tentato stupro di una studentessa all’interno del campus e quindi denunciare l’alto tasso di criminalità e di insicurezza che affligge il paese.

Ma dal 12 Febbraio gli eventi sono precipitati in modo catastrofico e senza ritorno. Sono 41 i morti, 559 i feriti, migliaia gli arresti tra i manifestanti ed istituzioni politiche (ricordiamo solo di recente sono stati incriminati ed arrestati i Sindaci Scarano, e  Ceballos, Salvatore Lucchese - capo della locale polizia, Leopoldo Lopez - leader del partito Volontà Popolare nonché promotore della pressa di strada sa parte dell'opposizione è da 111 gg in prigione, la deputata parlamentare Maria Corina Machado è stata destituita minacciata e incriminata).

Il popolo continua e continuerà a manifestare come può: fermando il traffico con le proprie auto, in fila davanti al supermercato, alzando barricate per difendersi. Il popolo si appella all’art. 350 della costituzione:

Il popolo del Venezuela, fedele alla sua tradizione repubblicana, alla sua lotta per l'indipendenza, la pace e la libertà, rifiuta qualunque regime, legislazione o autorità che sia contraria ai valori, principi e garanzie democratiche o diminuisca i diritti umani.

Ancora una volta, il popolo agisce legalmente, pacificamente e democraticamente.


Ci uniamo a gran voce alla denuncia dei nostri fratelli. Con le parole denunciamo l’indifferenza della politica e della stampa italiana. L’indifferenza è complicità.

Con le immagini, certi che siano esaustive e complete, denunciamo l’oppressione brutale e vigliacca di Maduro e la sua masnada…


Amnesty International, da sempre, ha denunciato gli abusi di potere del governo venezuelano.

E’ necessario alzare la voce e denunciare, diffondere, sensibilizzare….Non restiamo fermi a guardare il massacro, per poi cercare redenzione.

Il popolo è disarmato e si confronta con i fasci di combattimento di Maduro. Iniziano a mancare, soprattutto in regioni come Merida e Tachira, i beni di prima necessità: cibo, medicinali.

Si denuncia: No alla dittatura.

Si richiede: un paese libero e democratico.
https://www.youtube.com/watch?v=TD1Qy5BosmQ

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