Alla c.a.
cittadini italiani, autorità competenti e mezzi di
comunicazione locali.
Il
12 febbraio si celebra ogni anno, in Venezuela, la giornata della Gioventù, in
ricordo degli studenti che 200 e più anni fà aiutarono il movimento indipendentista,
ora da quel giorno è andata in scena la guerra civile. Migliaia di giovani sono
scesi in piazza per chiedere la fine del governo di Nicolas Maduro.
Erano
armati di striscioni e altoparlanti per gridare i loro slogan e la loro rabbia.
Ma la polizia aveva fucili, pistole e li ha usati, nonostante il ministro degli
esteri Elias Jaua sostenga il contrario. Il risultato: 6 ragazzi morti,
centinaia i feriti e numerosi arresti in tutto il paese. Ma non è finita qui.
Su
twitter e facebook (#S.O.S.Venezuela, Indignados de Venezuela, unico veicolo
informativo, poiché le tv straniere sono state oscurate, quelle nazionali
censurate, le testate giornalistiche costrette a chiudere per mancanza di
materia prima) si diffondono foto e racconti raccapricciante di studenti e
oppositori picchiati, torturati, seviziati.
Lo
stesso presidente Maduro e Diosdado Cabello “presidente della Asamblea Nacional” (nel suo programma tv "con el mazo
dando") hanno annunciato che faranno "piazza pulita" di oppositori,
tutti accusati di essere finanziati dagli USA. Ma il sangue che scorre per le
strade del Venezuela ha ben altre origini e poco attinenza con la cospirazione
che vedono in Washington la sintesi di tutti i mali del mondo. Il Venezuela è
stato messo in ginocchio dall'ultimo decennio in camicia rossa di Hugo Chávez:
l'insicurezza ha raggiunto livelli sconcertanti: dai 4500 omicidi del 1998,
anno in cui Chávez vinse le prime elezioni, si è arrivati alla fine del 2013 ai
24863 omicidi, 79 morti per 100.000 abitanti. L'inflazione è schizzata oltre il
56%, il Venezuela importa l'80% dei prodotti per il mercato interno
dall'estero, tutto questo frutto delle nazionalizzazioni chaviste, infatti il
controllo amministrativo di numerosi beni primari sta privando di cibo, carta
igienica e benzina il 4° paese esportatore di petrolio al mondo e il maggior
esportatore di America Latina. Il paese è strangolato dalla povertà e dalla
criminalità. Lo slogan chavista è "Socialismo o Muerte", in Venezuela
va in scena "Socialismo Y Muerte" e il mondo tace e resta a guardare.
I Venezuelani del Sud Italia, chiediamo pubblicamente la
solidarietà delle autorità competenti, Ministro degli Affari Esteri - Emma
Bonino, nonché al Sindaco della Città di Napoli – Luigi de Magistris e al Responsabile amministrativo del Palazzo Arti Napoli/PAN - dr. Fabio Pascapè per la sospensione
delle attività organizzate dal Consolato della Repubblica Bolivariana del
Venezuela in Napoli nell’ambito della commemorazione del 4 febbraio nella
campagna chiamata “Por Aquí Pasó Chávez”
pianificata per onorare l’inizio della rivoluzione bolivariana e alla persona del
presidente Hugo Chávez, nel rispetto del dolore delle famiglie dei 6 giovani venezuelani
caduti nelle manifestazioni e della situazione di estrema tensione che viene
vissuta ad oggi tra le strade della nostra Venezuela in guerra civile, sono
state sospese le garanzie, non possiamo chiudere gli occhi dinanzi ad una
realtà così contundente, i venezuelani non abbiamo nulla da festeggiare.
Fiduciosi della vostra attenzione e solidarietà, porgiamo i nostri più
distinti saluti.
Venezuelani del Sud Italia.
Vanessa Arraez, Rosa Valentina Durand, Maria Andreina Seidel, Saydy
Carolina Chacon, Carolina Flores, Raffaela Ruggiero, Mireya Betancourt, Soramy
Fernandez, Adriana Arratia, Amelia Hurtado, Anhays Garcia de Uccella, Siudy
Mijares, Fanny Sanchez, Gina Li Cauli, Leonardo Li Cauli, Victorio Tortorella,
Walter Ansizi, Jannet Gomez, Karla Gottberg, Mary Thriny Carrizo, Reina Arias, Luis
Avila, Franyelin Sosalla, Sayrel Silva, Rosa Lopez, Yackelin Carrasquel,
Candibel Gonzalez, Adriana del Duca, Diamaris Suarez, Romina Evangelista.
Per info e contatti:
movimentovenezuela@gmail.com
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