Il 12 febbraio si festeggia ogni anno, in Venezuela, la giornata della Gioventù, in ricordo degli studenti che 200 anni fa aiutarono il movimento indipendentista. Quest'anno purtroppo s’inaugura dalla stessa data una vera e propria rivolta che vede protagonisti migliaia di giovani studenti scesi in piazza per manifestare contro l’alto tasso di criminalità e la grave crisi economica in cui versa il paese Latinoamericano.
Manifestanti
armati soltanto di striscioni e altoparlanti s’imbattono nelle autorità
governative che rispondono con armi da fuoco e duri mezzi di repressione.
S’innesca giorno dopo giorno un ciclo di violenza che dà come risultato ad oggi
18 morti dichiarati, centinaia di feriti e numerosi arresti in tutto paese.
I
militanti di “Voluntad Popular”, partito socialdemocratico de la MUD (Mesa de
la Unidad Democratica) sono stati criminalizzati: Leopoldo Lopez, leader del
partito, che è stato accusato (in diretta TV dalle Istituzioni) di istigazione
alla violenza, di terrorismo e cospirazione. La settimana successiva durante
una manifestazione pacifica, dopo un breve discorso in cui chiamava alla pace,
si è consegnato alla Guardia Nazionale. È stato condannato a 10 anni di
prigione e ed rinchiuso in un carcere militare.
I
mezzi venezuelani sono censurati e boicottati dal governo e soltanto via i
social network TWITTER e FACEBOOK (#S.O.S.Venezuela, Indignados de Venezuela)
sono gli unici veicoli informativi attraverso i quali costantemente vengono
diffusi immagini, video e racconti che descrivono ciò che sta accadendo ovvero
raccapriccianti scene di violenza che vedono coinvolti studenti arrestati e
seviziati, oppositori, ma anche la Guardia Nacional, la Guardia del Pueblo,
insieme a corpi speciali, “collettivi” armati, tra cui, i "tupamaros"
al soldo del governo.
Il
presidente Nicolás Maduro e Diosdado Cabello “presidente della Asamblea
Nacional” hanno annunciato che faranno "piazza pulita" di oppositori,
tutti accusati di essere finanziati dagli USA. Ma il sangue che scorre nelle
strade del Venezuela ha origine nel diffuso malcontento scaturito da una
condizione economica ormai insostenibile dalla stragrande maggioranza dei
venezuelani, incluso quelli che fino a poco tempo fa si dichiaravano
sostenitori del governo Chávez.
I
principali motivi delle proteste si fondano sull’insicurezza che ha raggiunto
cifre paragonabili solo a quelle di paesi in guerra permanente, alla fine del
2013 si sono registrati 25.000 omicidi, senza tener conto delle rapine, dei
sequestri, violazioni, furti, ecc... poi c’è l’inflazione del 56,2%,
riconosciuta dallo stesso Nicolas Maduro, e frutto delle letali politiche
economiche varate nel corso degli anni. Il “Bolìvar Fuerte” è la moneta più
svalutata al mondo, la mancanza di cibo è una deplorevole realtà che i
venezuelani giorno dopo giorno devono affrontare... il tutto in uno stato ricco
della rendita del petrolio che ha visto un notevole incremento nei guadagni
(dello stato) raggiungendo un prezzo intorno ai $ 100/ barile nei ultimi anni.
In questo momento siamo la voce di un popolo
oppresso che attraversa un capitolo oscuro e incerto nella propria storia, che
desidera fortemente risorgere e trovare nuove vie per la crescita e lo
sviluppo, siamo i Venezuelani del Mezzogiorno / Venezolanos de Mediodía, un
gruppo indipendente e spontaneo di venezuelani residenti per lo più al Sud
d’Italia, alcuni studenti o lavoratori, altri trasferiti per amore e altri
ancora italiani vissuti in Venezuela e figli di Italiani nati sempre lì,
insomma venezuelani di nascita o di cuore.
Confidiamo nella vostra solidarietà e nel
vostro buon senso, aiutateci a denunciare la violazione dei diritti umani che
subisce il popolo venezuelano. I nostri fratelli venezuelani non possono essere
abbandonati alla loro sorte mentre vengono oppressi con violenza del regime
tirannico di Nicolas Maduro e Diosdado Cabello.
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